venerdì 11 settembre 2009

A cena da Polepole

Le  tigelle della Tatti

Bimbacuoca                                     Ingredienti:
(queste sono quantità per una impastata con il
robot, che basta per tre persone )

Farina gr. 400
Lievito secco 1 bustina
Zucchero 1/2 cucchiaino
Olio d’oliva 2 cucchiai
Sale 1 cucchiaio
Latta 1 bicchiere circa

Metti il lievito in 1/2 bicchiere d’acqua tiepida con lo zucchero e fai sciogliere bene.
Impasta tutti gli ingredienti con il robot e poi lascia lievitare l’impasto per piu’ di un ora.
Rimpasta a mano per un po’, poi stendi la pasta alta circa 1 cm. e taglia i dischetti.
Lascia lievitare ancora 1 ora poi cuocili nella tigelliera.

tigelle tigelle1

tigelliera

 

Si mangiano bollenti, tagliate a metà e farcite con affettati, formaggi oppure col pesto tipico fatto con un battuto di lardo, rosmarino e poco aglio, e una volta spalmato sulla mezza tigella, una bella spolverata di Parmigiano Reggiano.  Di solito si conclude la magggnata tigellifera con un’ultima tigella farcita con…….. NUTELLA. OOOhhgggià !

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Ma ora qualche nota storica…

Le “tigelle” per la verità, è il nome della formina in refrattario che si usava una volta per cuocere le “crescentine”…

tigella

Come si faceva? Questo sistema di cottura delle crescentine era in uso sino ad alcuni decenni or sono, quando il camino costituiva ancora un fondamentale elemento per il riscaldamento domestico. A svolgere questo importante, ma anche ingrato compito, era la donna di casa, e spesso la nonna. Seduta su una sedia, alla quale erano state segate le gambe, e con abile destrezza usando le apposite "molle" muoveva le tigelle fra le braci, e poi le sovrapponeva, alternando ad una di esse un disco di pasta (le Crescentine), con la variante, poco pratica ma molto folcloristica, della foglia di castagno fra la pasta e la terracotta.

Per migliorarne la cottura, le disimpilava per crearne altre pile accanto e in questo modo variarne la cottura. Alla fine, un contributo alla buona riuscita delle crescentine, lo dava il metterle sotto la cenere. Togliendole da questa, con le molle abilmente le girava facendone cuocere bene i bordi. Le spazzava poi della cenere residua, usando uno strofinaccio tenuto sulle ginocchia.

Ehhhh….non ci sono più le donne di casa di una volta….sono rari anche i camini per la verità eh… ^___^

(Le info storiche sono tratte da http://www.panver.it )

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Come dice il titolo del post, con queste belle tigelle vado a cena da Polepole….. ;-))))

 

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Buon Fine Settimana !!